Lo spegnimento degli impianti per la liberazione della banda 700 e la dismissione della codifica MPEG2 a favore della più performante codifica MPEG4 ha prodotto un aspro contenzioso con molti fornitori di servizi (fitti, concessioni demaniali, acquisti etc.). Facile immaginare quali conseguenze ha innescato nei conti aziendali questa situazione senza che venisse assegnato un nuovo canale come è stato praticato per le altre reti nazionali, realizzando 11 multiplexer (mux), lasciando il mux nr. 12 da dividere tra Retecapri ed un altro operatore, peraltro già individuato per questa unione forzosa. Questa soluzione del mux 12 diviso tra due operatori, come da ipotesi formulata da Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e AGCom, è già stata una naturale discriminazione rispetto a chi non ha avuto bisogno di concertare nulla; ma c’è un gravissimo ulteriore impedimento: la scadente copertura del mux così come viene presentato oggi. Infatti per il mux 12 è previsto, in parte, l’utilizzo di frequenze in terza banda e non in quarta e quinta come previsto e ottenuto per gli altri operatori in ambito nazionale. Questo panorama appena descritto è già stato ampiamente descritto nel corso del Tavolo permanente delle comunicazioni elettroniche - settore Televisivo presieduto dal Sottosegretario del MIMIT Fausta Bergamotto che si è tenuto a Palazzo Piacentini il 7 febbraio scorso. A peggiorare le cose, il lungo periodo di spegnimento (oltre un anno) in cui i danni commerciali inflitti sono ormai incalcolabili.
Per avere una idea della catastrofe inflitta a Retecapri basta leggere la perizia dell’altro operatore di cui si vorrebbe l’apparentamento e che quantifica in 250 milioni di euro il danno provocato dalla mancata assegnazione del mux 12, sia come singolo che come partner obbligatorio.
MANCATA ASSEGNAZIONE DELLA RETE NAZIONALE N. 12 E QUALITÀ SCADENTE
Data pubblicazione: 17-03-2023