|

Le seconde vite: un libro da leggere tutto d'un fiato

Data pubblicazione: 04-07-2024
 

Dopo l’anteprima alla XXXVI edizione del Salone del Libro di Torino, la casa editrice inKnot Edizioni, ha presentato a Napoli, presso SottoJonno – nell’ambito della rassegna la cultura diffusa di ScottoJonno – “Le seconde vite”, secondo romanzo dello scrittore Roberto D’Alessandro. L’autore – che è stato anche giornalista per “Il Roma”, “Il Manifesto”, “Avvenimenti”, “Corriere del Mezzogiorno” e sceneggiatore per “Un Posto al Sole”, “La Squadra”, “Agrodolce” e “Sottocasa” – ha dialogato con il drammaturgo e regista Mario Gelardi; hanno moderato l’incontro, gli editori Tonia Zito e Ottavio Mauriello; letture del testo di Gianni Nardone. Come per il precedente romanzo Il Trasloco del Vesuvio, anche Le seconde vite, segue le tracce delle avvincenti indagini del vicequestore Giovanni Sermoneta coadiuvato dal vicecommissario Zollo. Siamo in una Napoli di un futuro auspicabile in cui la camorra è definitivamente vinta; l’aspetto della città va arricchendosi di servizi, tra centri sportivi e grattacieli, anche se purtroppo il cratere del Vesuvio è circondato da “una strana nuvola di una sfumatura insolita” e la popolazione si trova a fare i conti con uno sciame sismico di lieve entità ma comunque preoccupante. La storia ha inizio col ritrovamento di una testa femminile priva del corpo e prosegue in uno stimolante crescendo attraverso le indagini affidate a Sermoneta e al suo vice Zollo. I due personaggi, come del resto anche tutti gli altri, sono ben individuati psicologicamente da Roberto D’Alessandro che si conferma scrittore attento, trascinante e verosimile. Se il vicequestore è analogico, ordinatissimo, capace di concentrarsi più seduto su una panchina che alla sua scrivania – che però deve rimanere sempre perfettamente ordinata – ma anche intuitivo e dotato di una fervida immaginazione; Zollo, più giovane, è digitale e ripone grande fiducia nelle indagini scientifiche che ritiene imprescindibili per la soluzione di un caso. Una coppia eterogenea, dunque, ma complementare e vincente proprio per la capacità di ricercare soluzioni guardando ai problemi da prospettive diverse.
Lo stile di scrittura è scorrevole, colloquiale, arricchito da qualche incursione nel dialetto che aggiunge vivacità. I personaggi si distinguono anche per caratteristiche espressive peculiari che li diversificano e contribuiscono ulteriormente ad approfondirne il carattere. Simpatica, interessante la varia umanità che popola il condominio di Sermoneta e che arricchisce la lettura con qualche sorriso. Ironia sottile e creativa anche nei titoli dei capitoli spesso curiosi e spiritosi.
In definitiva “Le seconde vite” è un libro giallo avvincente, con una trama ben ideata e fitta di colpi di scena che si fa leggere tutto d’un fiato ma la scrittura di Roberto D’Alessandro non si limita a questo perché offre molti spunti di riflessione sulla società attuale e su quella che potrebbe realizzarsi in un futuro più o meno prossimo.

Valeria Rubinacci