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OSCAR CHIGLIA IN MOSTRA

Data pubblicazione: 28-03-2025
 

Per Oscar Ghiglia questo accadde nel 1907, quando posizionò la sua modella – la signora Ojetti, moglie di un influente critico d'arte – in un roseto rigoglioso, solo per renderla poi quasi invisibile nella composizione finale. Guardando il dipinto oggi, ci troviamo di fronte a un'opera rivoluzionaria dove le vere protagoniste sono le rose: vibranti, sensuali, imperiali nel loro dominio cromatico, mentre la figura umana si ritira nell'ombra, come uno spettatore timido davanti alla magnificenza della natura.
Le rose, protagoniste indiscusse della tela di uno dei capolavori più spettacolari della sala dei Giardini Segreti della mostra FLORA non sono mere comparse botaniche ma presenze viventi che dominano la composizione.
La figura femminile, quasi come un'apparizione evanescente, è una silhouette senza volto che si dissolve nel tripudio floreale che la circonda. Il pittore compie qui un atto rivoluzionario: declassa l'umano a elemento secondario, elevando invece la natura a vero soggetto del dipinto. Quando Ghiglia crea questa visione onirica, ha già assorbito l'influenza dei Nabis francesi, quei "profeti" dell'arte che, nutriti dall'esempio di Cézanne e Gauguin, cercavano di trascendere l'impressionismo per raggiungere una dimensione più simbolica e spirituale della pittura. L'incontro con le loro opere alla Biennale di Venezia del 1907 aveva lasciato un'impronta indelebile nella sua sensibilità artistica.
In questo roseto incantato, ogni pennellata rivela una nuova consapevolezza. Come Segantini, Previati e Spadini prima di lui, Ghiglia osserva il mondo naturale con occhi nuovi - non più come semplice scenografia, ma come protagonista di un dialogo silenzioso con l'anima umana. Il verde del fogliame si fa abbraccio protettivo, mentre la luce filtra attraverso questo microcosmo vegetale con la delicatezza di un sospiro.
È la celebrazione del giardino romantico, certo, ma anche qualcosa di più profondo: è la nostalgia per una natura che consola, che lenisce le ferite dell'esistenza, che accompagna l'uomo nel suo cammino terreno. Dopo l'esperienza divisionista, il paesaggio ritorna così al centro dell'indagine artistica, ma con una leggerezza nuova, più intima, più autenticamente umana.
In questo quadro che non grida ma sussurra, Ghiglia ci offre una visione che permane nell'anima dello spettatore, proprio come il profumo di una rosa che, anche quando il fiore sfiorisce, continua a vivere nella memoria dei sensi.
Un fiore non è mai solo un fiore. Nella mostra FLORA alla Villa dei Capolavori c’è il realismo vibrante delle ortensie di Fornara, i fiordalisi ipnotici di Casorati, i fiori cristallini e la Flora magica di Depero, le rose silenziose di Giorgio Morandi, i crisantemi metafisici di de Chirico, il gladiolo fulminato di de Pisis. Ogni opera svela un dialogo profondo tra natura e arte.
Per alcuni artisti il fiore è grazia, per altri meditazione e introspezione, per altri ancora esplosione di energia. FLORA racconta questo intreccio tra sensibilità e linguaggi, tra tradizione e avanguardia.
VISITE GUIDATE
FLORA con guida è un altro sguardo sulla mostra.
Partecipare a una visita guidata di FLORA significa attraversare la mostra con uno sguardo più consapevole, accompagnati da una guida specializzata che saprà raccontare gli artisti, svelare dettagli nascosti, condividere aneddoti e offrire chiavi di lettura sulla raffinata stagione floreale dell’arte del Novecento.
Le visite guidate in questo weekend:
- il sabato alle ore 15.45 e 16.30
- la domenica alle ore 11.30, 16.00 e 17.00
Per partecipare è richiesta la prenotazione scrivendo a segreteria@magnanirocca.it
Costo visita: 5 € (oltre al biglietto d’ingresso: 15 €)
Visite Guidate per gruppi organizzati — le visite guidate sono disponibili anche per gruppi (fino a 25 persone) anche in inglese e francese. Per organizzare la visita guidata per il tuo gruppo scrivi a segreteria@magnanirocca.it
LA COLLEZIONE PERMANENTE
È il 1984 quando Tersicore fa il suo ingresso alla Villa dei Capolavori. Chissà se Luigi Magnani immaginava che sarebbe stata la sua ultima opera acquistata. Fa senz'altro effetto che si tratti di un personaggio della mitologia greca, fuori dal tempo, tramite dell’ispirazione artistica, una musa pronta a danzare al ritmo eterno del cosmo. Tersicore infatti è la musa della danza e della lirica corale. Appartiene alla dimensione mitologica, inscalfibile ed eterna, a cui Canova guarda.
A differenza di artisti dello stesso periodo come Delacroix, David e Ingres, Canova infatti non permette che la sua arte venga influenzata dagli sconvolgimenti politici dell’epoca, e interpreta l’arte della Grecia classica non solo seguendone i canoni estetici, ma anche i valori universali di armonia, verità e giustizia.
Le statue classiche sono senza dubbio il suo principale riferimento, candide e armoniose, ma non prive di potenza espressiva. Non dimentichiamoci che nel Neoclassicismo regna ancora la convinzione che le statue antiche fossero bianche e immacolate.
Nonostante tracce di colore fossero state notate già a partire dal Rinascimento, nell’epoca neoclassica, artisti e studiosi, primo tra tutti Winckelmann, decidono di ignorare questo dato e di rendere il candore il loro manifesto. Il bianco infatti è l’assenza del colore, rimanda a uno stato di perfezione e di elevazione spirituale. Un gesto romantico, di disprezzo dell’evidenza, quello di volgersi verso un’ideale nobile, ma inesistente. è solo a partire dagli ultimi decenni che, con l’avanzare delle ricerche e dei progressi tecnologici, è ormai noto che statue e templi fossero in realtà policromi, sia nella Grecia che nella Roma antica.
In realtà, chi ha la fortuna di vedere dal vivo Tersicore, noterà che la statua presenta delle macchie la cui origine rimane tutt’ora un mistero. Ascolta il Podcast su Spotify

Fondazione Magnani-Rocca
via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).

MOSTRA FLORA. L’incanto dei fiori nell’arte italiana dal Novecento a oggi
a cura di Daniela Ferrari e Stefano Roffi. La mostra è stata realizzata in collaborazione con Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. Con il supporto di Fondazione Cariparma e Crédit Agricole Italia