Catania – Tutti pazzi per l’avocado di Sicilia, che con i suoi appena mille ettari di superficie coltivata, concentrati soprattutto sul versante est dell’Etna, è diventata la coltura subtropicale di maggiore interesse economico in Italia. Un’enorme opportunità per la nostra Regione, che tuttavia, nonostante sia tra i principali produttori in Italia, riesce a coprire solo il 5% della domanda nazionale. Da qui la nascita del progetto “Avocado biologico siciliano: superfood per la valorizzazione delle aree ionico-tirreniche”, finanziato con la misura 16.2 del PSR Sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie che ha visto insieme il Dipartimento Di3A dell’Università di Catania, partner scientifico, 8 aziende agricole e una società start up.
I risultati finali verranno illustrati domani, martedì 17 giugno, ore 9.30, Aula “G” del Di3A Via Santa Sofia 100, Catania.
Intervengono: Mario D’Amico (Direttore del Di3A); Antonino Iuculano (Dirigente Ispettorato Provinciale dell'Agricoltura di Messina); Aurora Ursino (Presidente Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Catania); i responsabili scientifici del progetto, i docenti del Di3A Giancarlo Polizzi e Alberto Continella; Laura Siracusa (Istituto Chimica Biomolecolare - CNR). Conclude, Salvatore Barbagallo Assessore dell'Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, Regione Siciliana. Modera la giornalista Letizia Carrara.
L’innovazione tecnologica nel caso specifico è stato finalizzata al miglioramento agronomico dell’avocado: la standardizzazione dei sistemi colturali agricoli e l’aumento del numero e della pezzatura dei frutti, la riduzione dell’alternanza di produzione. Ma anche alla valorizzazione delle caratteristiche salutistiche, la gestione delle malattie con misure ecocompatibili, la riduzione e l’utilizzazione dello scarto. Il progetto ha visto la nascita, infine, del primo Olio di avocado siciliano, un prodotto Super Food, di altissima qualità, ricchissimo di sostanze ossidanti con acidi grassi essenziali e ricco in vitamine A, D, E, lecitine e proteine, destinato ai mercati nazionali e internazionali, che potrà essere proposto come una diversificazione delle attività agricole utilizzando lo “scarto” non idoneo alla commercializzazione. L’avocado in Sicilia ha trovato l’habitat ideale in particolare nelle aree costiere della fascia ionica tra Catania e Messina e che si estendono sino alle falde dell’Etna (non oltre i 300 metri sul livello del mare). La maestosità del vulcano fa da barriera ai venti freddi e rende questo lembo di terra continuamente piovoso. L’avocado ha poi bisogno di terreni ben drenati, profondi e aerati, leggeri e sabbiosi, che consentono un buon sviluppo vegetativo e produttivo. L’Etna, oltre a proteggere dai venti e regalare un’umidità costante, dona anche uno straordinario terreno di sabbia vulcanica che costituisce un humus fertile senza pari, fondamentale per la crescita delle piante. Le aziende che hanno aderito al progetto coltivano quasi esclusivamente la cultivar Hass, limitando la presenza a poche altre varietà, soprattutto Fuerte e Bacon, a valori non superiori al 10%. Le tre varietà coprono un calendario di commercializzazione limitato che va da novembre a marzo.
La necessità di fornire costantemente e in un periodo più ampio possibile la GDO (Grande Distribuzione Organizzata) vede oggi l’esigenza di adottare anche cultivar con caratteristiche di pregio che non si sovrappongano alle precedenti come calendario di commercializzazione. Pertanto, nell’ambito delle innovazioni di prodotto, si stanno valutando sotto l’aspetto qualitativo e commerciale, varietà già in produzione, quali la Zutano tra le precoci e la Orotawa, la Pinkerton, la Lamb Hass e la Reed tra le tardive, puntando sulla valorizzazione della biodiversità vegetale e sull’ampliamento del calendario di commercializzazione.
Si stima che i terreni sfruttabili nelle fasce costiere ionico e tirrenica possano raggiungere superfici di almeno 5.000 ettari (anche in considerazione dell’attuale superficie spagnola, concentrata nell’area di Malaga, che si estende su circa 60.000 ettari in coltivazione specializzata) e che solo il mercato italiano possa tranquillamente assorbire a regime, sulla base dei consumi attuali, tutto il potenziale della produzione siciliana. La coltivazione dell’avocado potrà consentire al contempo il recupero e la valorizzazione di terreni che allo stato risultano abbandonati, un tempo coltivati a limone.
Progetto Superavocado. Consegna dei risultati finali
Data pubblicazione: 17-06-2025