|

Natale a Napoli 2025

Data pubblicazione: 27-11-2025
 

C’è un istante, a Napoli, in cui le luci non sono solo luminarie e i suoni non sono soltanto concerti, essi diventano una dichiarazione d’esistenza. È accaduto di nuovo oggi, stamattina, durante la conferenza stampa nella Sala Giunta di Palazzo San Giacomo, dove è stato presentato il programma del ''Natale a Napoli 2025'', un'anteprima alla stampa e a numerose personalità istituzionali. In un luogo carico di storia, in cui ogni decisione amministrativa sembra dialogare con la città intera, oggi, nella sala più iconica del comune, si respirava qualcosa di più di un semplice annuncio, una luce in un progetto culturale che è diventato racconto collettivo. La presentazione dell'evento, curata dall’ufficio stampa guidato da Francesco Tedesco e dal coordinamento culturale di Sergio Locoratolo, ha avuto la forma di un manifesto più che di una conferenza. Locoratolo, coordinatore delle Politiche Culturali del Comune di Napoli, ha delineato dall’inizio il respiro ampio del percorso, descrivendo un cartellone costruito come un ecosistema culturale, frutto di confronto continuo tra operatori, realtà sociali, Municipalità, artisti. Una visione che intreccia politica e civica per una cultura che non si limita a essere intrattenimento, ma che diventa infrastruttura sociale, occasione di coesione, strumento di cittadinanza attiva. ''Il Comune di Napoli'', dichiara Sergio Locoratolo, ''rinnova con convinzione il proprio impegno nel fare della cultura lo strumento principale della crescita civile della città. ‘Altri Natali’ incarna una visione che mette al centro accoglienza, inclusione e partecipazione, principi che guidano ogni nostra scelta amministrativa. Abbiamo lavorato perché la cultura raggiunga ogni quartiere, diventando occasione di incontro, di creazione di nuove sinergie e di riconoscimento delle identità locali. La valorizzazione degli spazi simbolici, la collaborazione con le Municipalità e il sostegno agli operatori culturali confermano una strategia che non è episodica, ma strutturale. La politica dei bandi pubblici, che stiamo rafforzando di anno in anno, è lo strumento attraverso cui garantiamo equità, trasparenza e continuità agli investimenti. Un passo ulteriore, oggi, lo facciamo con il nuovo bando ‘Cultura Napoli 2026’: costruire un palinsesto annuale che renda la creatività locale un’autentica infrastruttura sociale ed economica. È questa la Napoli che vogliamo, una città policentrica, capace di innovare, di educare e di aprirsi al mondo, mettendo al centro i suoi cittadini''.  E allora questo non è un Natale da cartolina che Napoli vuole raccontare, è un Natale che abita i quartieri, che anima le periferie con la stessa intensità con cui illumina il centro storico, che miscela in un’unica trama musica, comunità e spiritualità. Non un evento, ma un ponte. Non un programma, ma un percorso.  La musica, come sempre, è il cuore pulsante e a Napoli non è un linguaggio, è un modo di vivere. Quest’anno, però, si va oltre, essa si trasforma in geografia emotiva, coinvolgendo ogni quartiere della città, senza trascurare alcun territorio, perchè Napoli è unica, una sola identità capace di diffondere un messaggio dove l'accoglienza e la condivisione sono l'emblema del popolo partenopeo. Il dato che più racconta la portata dell’iniziativa è il coinvolgimento del territorio: 10 Municipalità, 188 appuntamenti, 43 progetti selezionati tramite bando pubblico. Non è una collezione di eventi, è una scelta politica. ''Nella programmazione delle festività'', osserva Ferdinando Tozzi delegato del sindaco di Napoli per l’industria musicale e l’audiovisivo, ''riaffermiamo con forza la visione di Napoli Città della Musica, un progetto che poggia su diverse parole chiave, tra cui contaminazione, città policentrica, attenzione a tutte le generazioni, inclusione e internazionalizzazione. È attraverso queste direttrici che continuiamo a costruire una Napoli capace di esprimere la propria identità musicale e culturale con uno sguardo sempre più aperto al mondo. All’interno di questa visione si inseriscono anche i due grandi appuntamenti selezionati attraverso la manifestazione d’interesse per la programmazione natalizia di Napoli Città della Musica il concerto dei Kokoroko con gli Psychè, che porta in città un mix di sonorità afrobeat e creatività partenopea, e 'Neapolitan Power – Dalle origini al futuro', un tributo a James Senese e alla nostra storia musicale”.  A inaugurare le celebrazioni sarà Enzo Avitabile con il suo Sacro Sud, una rassegna che negli anni ha assunto la forma di una messa laica multiculturale. Le chiese del centro e della periferia diventeranno scrigni di dialogo, suoni del Gambia, della Romania, della Spagna, dell’Iran. Concerti che non si ascoltano, ma si attraversano. Poi il Settecento napoletano, che da queste parti non è un ricordo, è un’identità viva. La grande stagione musicale della città rivivrà tra Santa Maria la Nova e Donnalbina, in luoghi che sembrano scolpiti apposta per accogliere un’arpa o un violino. Il 18 dicembre sarà il mare a diventare protagonista: alla Rotonda Diaz arriveranno i Kokoroko, tra le voci più fresche dell’afrobeat europeo, insieme agli Psychè, una delle realtà musicali più evolute della scena napoletana contemporanea. Onde, ritmo, vento, per un concerto che già sulla carta è un viaggio. A seguire, la terza edizione di Racconti al Femminile, una celebrazione della forza delle artiste. Beth Orton, Ginevra Di Marco, Indra Rios Moore: donne che trasformano la musica in confessione, rito, identità. E poi il finale, annunciato da Eugenio Bennato ospite al tavolo, con la rassegna musicale ''Neapolitan Power – Dalle origini al futuro'' al PalaVesuvio. Un attraversamento di cinquant’anni di storia musicale che James Senese e Giuseppe Vessicchio hanno lasciato in eredità al mondo della vera musica, con il ritmo di Tony Esposito, la voce di Teresa De Sio, l’energia di Raiz, Fabiana Martone, Dario Sansone, Roberto Colella e una generazione nuova che raccoglie e rilancia. Questo cartellone, quindi, non è soltanto un insieme di appuntamenti, è una promessa fatta alla città. È la prova che Napoli, quando decide di raccontarsi attraverso la cultura, non si accontenta mai del minimo, punta sempre al massimo, e lo fa con la naturalezza delle cose inevitabili.

E allora non resta che viverlo, questo Natale. Scegliere una chiesa, una piazza, una strada. Farsi attraversare dalla musica. Farsi sorprendere. Perché il Natale a Napoli non è una festività, è un’esperienza. E quest’anno, più che mai, è un viaggio dentro ciò che siamo.

 

 Ezio Micillo