|

BENVENUTI IN CASA ESPOSITO TRA RISATE E RIFLESSIONI

Data pubblicazione: 03-05-2025
 

Si conclude alla grande la stagione teatrale del Diana: la sala vomerese, infatti, ospita, fino al 18 maggio, “BENVENUTI IN CASA ESPOSITO” la commedia in due atti, scritta da Paolo Caiazzo, Pino Imperatore e Alessandro Siani, liberamente tratta dall’omonimo romanzo di Pino Imperatore. Due ore di risate, applausi e buonumore che sfociano, nel finale, in amare riflessioni sulla vita e sulla società e in giusti insegnamenti di legalità. Lo spettacolo ha come protagonista Giovanni Esposito, un attore irresistibile, bravissimo nel ruolo dell’ingenuo, goffo, incompetente e stralunato camorrista, coinvolto in situazioni più grandi di lui e incapace di prendere delle giuste decisioni. La storia si snoda tra dialoghi irresistibili, battute efficaci, continui colpi di scena, equivoci, imprevisti e messaggi di grande valore etico ricalcando la grande tradizione comica napoletana, che fa ridere e riflettere allo stesso tempo.  Nessuno ha imposto a Tonino Esposito di fare il delinquente, ma lo vuole fare a tutti i costi, anche se è sfigato e imbranato, memore della fama del padre Gennaro, che, prima di essere ucciso, è stato un boss potente e riverito nel rione Sanità, a Napoli. Il protagonista, tra incubi e imbranataggini, resta coinvolto in una serie di tragicomiche disavventure che lo portano a scontrarsi con i familiari, con le spietate leggi della criminalità e con il capoclan Pietro De Luca detto ’o Tarramoto, che ha preso il posto del padre. E quando non ce la fa più, va nell’antico Cimitero delle Fontanelle a conversare con un teschio che, secondo la leggenda, è appartenuto a un Capitano spagnolo. Nel tentativo di riportarlo sulla strada dell’onestà, la capuzzella del Capitano si trasforma in un fantasma e si trasferisce a casa di Tonino. Dalla comica “collaborazione” tra i due nascono episodi esilaranti, che trovano il loro culmine nel periodo in cui Tonino, dopo aver messo nei guai ’o Tarramoto, viene messo agli arresti domiciliari dal capoclan e cade in depressione. Intorno a Tonino, al Capitano e a De Luca si muovono altri personaggi memorabili: Patrizia, moglie di Tonino, donna procace e autoritaria; Gaetano e Assunta, genitori di Patrizia, che si strapazzano di continuo; Manuela, vedova del boss Gennaro, donna dai nobili sentimenti; Tina, la figlia, che combatte la condotta illegale del padre. In casa Esposito non manca una presenza animalesca: Sansone, un’iguana del genere meditans, che fa da contrappunto a tutti i divertenti momenti della commedia. Precisa e funzionale la regia di Alessandro Siani, che riesce a mutare una storia complicata in una semplice e coinvolgente bilanciando bene comicità, farsa e dramma. Buona l’intuizione di dividere lo spettacolo in capitoli, con i titoli proiettati su uno schermo, proprio come se fosse un racconto a episodi.   Ottima e di grande spessore tutta la compagnia, ciascun attore offre il proprio giusto contributo a un’interpretazione corale ed efficace: Giovanni Esposito è assoluto padrone del palcoscenico, esilarante nelle parti comiche, credibile in quelle drammatiche, un mattatore della scena, frutto di impegno, studio, creatività e talento. Susy Del Giudice si cala molto bene nei panni della moglie del boss, dirompente, procace, esuberante, dai toni bruschi e volgari, che gestisce alla perfezione la famiglia.  Nunzia Schiano e Salvatore Misticone interpretano i suoceri del protagonista, Assunta e Gaetano, sempre in lite tra di loro, ormai integrati benissimo all’interno di questa particolare famiglia, entrambi confermano ancora una volta la loro duttilità artistica e la rara capacità di sapersi adattare ad ogni tipo di personaggio, anche i più disparati, Gennaro Silvestro, ovvero Pietro De Luca detto ’o Tarramoto, spietato camorrista, determinato, cattivo, violento, ossessionato dal suo trono dorato, simbolo di potere, Carmen Pommella è Manuela, la madre del camorrista e la vedova del boss, una donna dai nobili sentimenti, in bilico tra presente e passato, tra ricordi, nostalgie e realtà, Gampiero Schiano, perfettamente a suo agio nelle vesti del fantasma del Capitano spagnolo, conosciuto nel Cimitero delle Fontanelle, alterna espressioni spagnole a quelle napoletane e la sua presenza dà una marcia in più alla commedia,  Aurora Benitozzi nei panni della figlia della coppia, Tina, è l’unica a non approvare le scelte dei genitori, a dover subire le offese dei compagni di scuola e a voler cambiare vita. Sul palco uno spaccato sugli aspetti più cafoni e ridicoli della criminalità che suscitano dapprima risate grasse e poi profonde meditazioni. Bello il colpo di scena finale, quando si passa dall’illegalità alla legalità, un modo nuovo e potente per denunciare la malavita. Musiche di Andrea Sannino, Direzione Musicale e Arrangiamenti di Mauro Spenillo, Scene di Roberto Crea, Costumi di Lisa Casillo, una produzione di BestLive s.r.l. Al termine scroscianti applausi a scena aperta e i ringraziamenti della compagnia. Si replica fino all’11 maggio. Un appuntamento da non perdere assolutamente!!!

                                                                                                                                                                                                        Antonio D'Addio