Costanza, ricerca, passione, amore per la storia: questi i quattro impulsi che spingono Il Gruppo Culturale Storico Teatrale “Gli Appassionati” a ideare, organizzare e rappresentare spettacoli originali che hanno per protagonisti fatti, vicende e personaggi napoletani. Questa volta, il 17 e il 18 maggio, al Teatro Immacolata, in piazza Immacolata al Vomero, è andato in scena “Lucia Migliaccio, urdemo ammore ‘e Ferdinando”, un kolossal ottocentesco con circa 70 attori, impreziosito da abiti d’epoca, video, musiche, balli e canti. Si tratta di uno spaccato della vita di Lucia Migliaccio duchessa di Floridia, prima amante e poi moglie morganatica di Ferdinando IV di Napoli, diventato Ferdinando I, re del Regno delle Due Sicilie, la destinataria della Villa Floridiana, una donna esemplare e particolare, nata a Siracusa nel 1770 ed esponente di una delle famiglie più importanti dell’aristocrazia siciliana, i Duchi di Floridia. Il suo fascino, la sua grazia e il suo portamento la resero celebre in tutta Italia. Infatti, dopo la morte della regina Maria Carolina, fu proprio lei a far perdere la testa al Re delle Due Sicilie: Ferdinando I di Borbone, il fondatore della colonia di San Leucio. Tra i due nacque una storia d’amore travolgente, appassionato, struggente, caloroso, che sfociò in un matrimonio morganatico: Lucia divenne sua moglie, ma non regina, poiché non appartenente a una casa reale. Poeti, pittori e nobili rimasero incantati da lei. Lucia diventò una vera musa del suo tempo, celebrata per la sua eleganza e la sua straordinaria intelligenza. Una donna moderna, indipendente, che ha saputo lasciare il segno nella storia del Regno delle Due Sicilie. Un’occasione anche per conoscere ed apprezzare una location bella e suggestiva del Vomero, la Villa Floridiana, un autentico gioiello, ricevuta da Lucia come regalo d’amore per aver stregato il cuore del Re. Un lavoro intenso, complicato con tante ore di prove, portato avanti con impegno e determinazione, una scelta motivata dal fatto che storia e memoria creano l’identità di un territorio. Una commedia, che attraverso situazioni comiche e personaggi coloriti, ha raccontato anche le difficoltà della vita quotidiana di Lucia Migliaccio, delle sue relazioni con gli uomini e delle sue conquiste in ambito professionale o personale. Gli attori, tutti bravi e calati nelle loro parti, hanno mostrato grande entusiasmo, ironia e padronanza del palcoscenico, molto apprezzati i balli popolari a cura del gruppo “La tarantella delle Pacchianelle”, il coro degli stonati, Biagio Terracciano, i caratteristici e sognanti Balli d’Epoca e il bravissimo e talentuoso tenore siciliano Antonino Spataro che tra qualche giorno sarà protagonista di un recital al Teatro San Carlo. Il testo e la regia sono stati curati da Ersilia Di Palo, con lei in scena Clotilde Punzo, Bruno De Filippis, Massimo Pierri, Anna Rossi, Maria Gallina, Claudio Brun, Titti Spanò, Valentina Merlo, Domenico Lubrano Lavadera, Maria Chiara Rovinello, Giuseppe Andretta, Alice Alma Bova, Delia Di Domenico, Ornella Giarrusso, Mario Rovinello, Enzo Oriani. I costumi sono stati curati da Susy Garofano, mentre la regia luci e suoni da Nicola Salvo. Lo spettacolo è stato molto apprezzato visti il calore, gli applausi e l’entusiasmo manifestati nelle due serate.
Antonio D'Addio