E’ affidata al regista israeliano Amos Gitai e al suo recente spettacolo GOLEM, l’apertura internazionale della ottava edizione della rassegna estiva del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale diretto da Roberto Andò, POMPEII THEATRUM MUNDI.
Lo spettacolo è presentato in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival-Campania Teatro Festival 2025.
Le due rappresentazioni di Golem al sito di Pompei, segnano il ritorno a Napoli di un regista spesso censurato in Israele per le sue opere e opinioni “critiche” circa il conflitto israelo-palestinese, e che a Napoli girò nel 1993 il documentario NEL NOME DEL DUCE, sulla campagna elettorale di Alessandra Mussolini candidata per il MSI a Sindaco della città (elezioni vinte al ballottaggio da Antonio Bassolino), e nel 2016 firmò la regia dell’Otello di G. Rossini per l’inaugurazione della Stagione del lirico partenopeo.
Golem
Quali sono le nostre armi per sopravvivere alla ferocia delle guerre? Come resistere e reinventarsi? Amos Gitaï torna con un nuovo spettacolo sul Golem: figura leggendaria proveniente da testi cabalistici, il Golem è una creatura di argilla creata per proteggere la comunità ebraica in risposta alle persecuzioni. È una sorta di magia, una specie di composizione, una combinazione matematica, per creare un essere artificiale capace di combattere la natura, i nemici, l’odio, la miseria. Con questa creazione teatrale, ispirata a un racconto per bambini di Isaac Bashevis Singer, a testi di Joseph Roth, Léon Poliakov e Lamed Shapiro, e alle biografie di attori, Gitaï sovrappone questo mito alle questioni contemporanee sul rapporto tra creazione e distruzione, tra progresso e disastro, creando una parabola sul destino delle minoranze.
«Isaac Bashevis Singer – scrive nelle note il regista – dedica questa storia ai perseguitati, agli oppressi in tutto il mondo, giovani e vecchi, ebrei e gentili, nella folle speranza che il tempo delle accuse ingiuste e dei decreti iniqui giunga un giorno alla fine. Sceglie come lingua lo yiddish perché è una lingua in esilio, senza paese, senza confini, una lingua non sostenuta da alcun governo; una lingua che non possiede quasi parole relative ad armi, munizioni, esercizio o pratica militare; una lingua che era disprezzata, sia dai non ebrei che dalla maggioranza degli ebrei emancipati. Per natura, lo yiddish non domina, non dà la vittoria per scontata. Non esige, non comanda, scivola, si insinua clandestinamente tra i poteri di distruzione. È una lingua di un’umanità piena di timore e speranza. In senso figurato, lo yiddish è la lingua saggia e umile di tutti, la lingua di tutta l’umanità nella paura e nella speranza. Era la lingua dei sognatori e dei cabalisti. Il ghetto non era solo un rifugio per una minoranza perseguitata, era anche il luogo in cui si faceva la grande esperienza dell’autodisciplina e dell’umanesimo, nonostante tutta la brutalità che lo circondava. C’è ancora una ragione per non dimenticare lo yiddish, ed è questa: certo, lo yiddish è una lingua morente, ma è l’unica lingua che parlo bene. Lo yiddish è la lingua di mia madre, e una madre non muore mai veramente».
Sul palcoscenico si dispiega un vero e proprio mosaico sensoriale di storie e testimonianze, portato da una compagnia cosmopolita di attori e musicisti con lingue, origini e tradizioni plurime.
Lo spettacolo è in lingua tedesca, inglese, araba, spagnola, francese, ebraica, russa, yiddish, sottotitolato in italiano
Info: www.teatrodinapoli.it
GOLEM
testo / written by Amos Gitai e Marie-José Sanselme
regia / directed by Amos Gitai
con / cast Bahira Ablassi, Irène Jacob, Micha Lescot,
Laurent Naouri, Menashe Noy, Minas Qarawany, Anne-Laure Ségla
musicisti / musicians Alexey Kochetkov, Kioomars Musayyebi, Florian Pichlbauer
cantanti / singers Amandine Bontemps, Zoé Fouray, Sophie Leleu, Lucy Page
ricerca / research Rivka Markovitski Gitai
assistenti regia / assistants director Céline Bodis, Talia de Vries, Kelly Claudette
luci / lighting designer Jean Kalman
assistito da / assisted by Juliette de Charnacé
suono / sound Éric Neveux
scene / set designer Amos Gitai assistito da /assisted by Sara Arneberg Gitai
trucco e parrucco / hair and make up Cécile Kretschmar
costumi / costume designer Fanny Brouste
assistita da /assisted by Isabelle Flosi, Emmanuelle Sanvoisin
video Laurent Truchot
consulente musicale e capo del coro / music advisor and choirmaster
Richard Wilberforce
preparazione e gestione dei sottotitoli / subtitling preparation and management Katharina Bader
consulente yiddish / yiddish counselor Shahar Fineberg
realizzazione accessori, costumi e decorazioni / accessories, costumes and
decorations made by ateliers de La Colline
responsabile di produzione / production manager Audrey Sterlingots
tecnico delle luci / light tech Gilles Thomain
tecnico del suono / sound tech Valentin Chancelle
tecnico video / video tech Alexis Cohen
direttore di scena / stage manager Morgane Bullet
sarta / dresser Angèle Gaspar
trucco e parrucco in tournée / make-up and hairdressing on tour Jean Ritz
produzione della tournée internazionale / production of the international tour
Sorcières&Cie
capo della produzione / head of production Véronique Felenbok
tour manager / tour management Ondine Buvat
produzione / production La Colline – théâtre national
si ringrazia / thanks to Théâtre du Châtelet e Cécile Trémolières
POMPEII THEATRUM MUNDI:prima italiana di GOLEM
Data pubblicazione: 17-06-2025