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Delude "Cattivi Maestri" per la superficialità e gli imperdonabili errori

Data pubblicazione: 28-10-2024
 

“Un’ora di risate, riflessioni dolci e amare sul percorso più importante della nostra esistenza.” Queste parole chiudono il programma di sala di “Cattivi Maestri” di e con Paolo Oliveri; regia, luci e video di Iole Cilento produzione Lalineascritta/Aldebaran Park e Compagnia Teatrale Petra; in scena alla Galleria Toledo.
Olivieri racconta la storia scolastica – ma sarebbe meglio dire le disavventure scolastiche - di Antonio Morgillo, studente negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso. La narrazione procede evidenziando gli anni più significativi individuati attraverso gli eventi politici, sociali, sportivi che li hanno caratterizzati. Leggendo la frase tra virgolette che apre questo scritto ci si aspetterebbe uno spettacolo di cabaret o una stand up comedy, ma “Cattivi Maestri” non è nulla di tutto ciò. Innanzitutto perché non fa ridere. Nessuno in sala ride neanche quel nutrito gruppo di estimatori di Olivieri che l’applaude con tanto trasporto alla fine dello spettacolo. I riferimenti politici, sociali e sportivi vengono solo elencati in modo sterile senza alcun tipo di approfondimento. Forse, nelle intenzioni dell’autore, l’imitazione grottesca e paradossale dei comportamenti e delle espressioni dei cattivi maestri del titolo dovrebbe provocare i sorrisi promessi dal programma ma non riesce nell’intento.
In realtà i problemi veri di questo monologo sono altri a partire dal fatto che è poco credibile che uno studente di IV elementare venga impunemente sottoposto a pene corporali nel 1974. Passano gli anni e lo ritroviamo bullizzato in prima media nel 1978. Ora, se è vero, come racconta Olivieri, che il ragazzo non è mai stato bocciato alle elementari, se frequentava la IV elementare nel ’74 si sarebbe dovuto iscrivere in I media nel ’76 e non nel ’78. E ancora: del 1978 Olivieri dice che è l’anno dei tre papi, l’anno dei mondiali in Argentina, l’anno del rapimento Moro – e fin qui è tutto corretto – ma poi aggiunge che nel 1978 era presidente Sergio (sic) Leone. Ora, premesso che l’ex Presidente della Repubblica Italiana si chiamava Giovanni Leone e che Sergio Leone era quello straordinario regista italiano che molti di noi ricordano con grande apprezzamento, c’è da dire che Giovanni Leone è stato Presidente dal dicembre ’71 al giugno’ 78 e che, dunque, all’atto dell’iscrizione alla scuola media era Presidente Sandro Pertini, insediatosi il 7 settembre di quello stesso anno. Mi sembrano sufficienti questi esempi, ma se ne potrebbero fare tanti altri, per rendere l’idea della superficialità con cui è stato costruito questo spettacolo che procede sugli stessi toni fino alla fine.

Valeria Rubinacci