Che bella serata alla Casa del Mandolino e delle Arti del Mediterraneo, lo spazio piccolo ma accogliente sito nel cuore di Napoli in Piazzetta Museo Filangieri. L’evento dal titolo Canzona Appassiunata è un concerto – spettacolo di Rino Di Martino accompagnato al piano dalla musicista Gabriella De Carlo. Una coppia rodata e affiatatissima, dunque, che ha offerto al pubblico un programma sapientemente costruito di canzoni e poesie tratte da quel prezioso forziere che è il repertorio classico napoletano. Un “Inno all’amore” - si legge nel programma di sala – ricco di “pezzi di rara bellezza intersecati da poesie”. Si spazia da Antonio De Curtis in arte Totò a Salvatore Di Giacomo, da Vincenzo Russo alla coppia Murolo e Tagliaferri, ma anche E.A. Mario, Ottaviano, Gambardella, Costa, Fiore, Lama, Martucci, Mazzocco, Califano e Cannio.
Il programma inizia con ’E trezze ‘e Carulina, detta, non cantata, ma inframezzata con i versi e le note di un altro brano digiacomiano: Carulì cu st’uocchie nire nire. Il risultato è nuovo e sorprendentemente piacevole. Di Martino passa poi a Indifferentemente, forse il brano meno nobile in programma, certo il più vicino a noi in ordine di tempo e ne fa un piccolo capolavoro. A seguire ‘A Cunzegna; Quanno tramonta ‘o sole; ‘O surdato ‘nnammurato; Lassammo fa’ a Ddio; Dduie Paravise; Canzona appassiunata; Zuoccole, tammorre e femmene; Napule ca se ne va; ‘O marenariello; Uocchie ca me parlate; Tutta pe’ mme’; ‘A cunfessione ‘e Taniello; Tarantelluccia; Felicità; Presentimento.
Brani immortali che offrono un panorama ben congegnato dell’arte poetica e musicale partenopea. De Martino li interpreta secondo il principio del “Meno è più”: non grida e avrebbe le doti per farlo, non gesticola, non si sbraccia, non esagera mai. Con una compostezza e una personalità che lo fa apparire un gigante su quel palcoscenico, cattura l’attenzione del pubblico, lo coinvolge con garbo, porge note e parole valorizzandone i toni e i significati. Con una dizione perfetta e l’arte del grande attore che è, comunica con gli spettatori uno per uno donando emozioni, commuovendo o entusiasmando. Da brividi la sua “Lassammo fa’ a Ddio”; struggente l’interpretazione di “Presentimento”.
Pubblico entusiasta. Naturalmente il merito di una tale serata va condiviso con l’arte, la tecnica ineccepibile, la sensibilità dell’altra grande artista sul palco, Gabriella De Carlo. L’amalgama tra i due è una fusione che si vede raramente.
Tre i bis concessi: ‘A tazza ‘e café di Capaldo/Fassone; Serenata napulitana e, in conclusione, un omaggio a Libero Bovio, un altro grande che mancava all’appello, Regginella cantata col pubblico.
La serata chiude con tarallucci e vino offerti dai padroni di casa. I due artisti non si sottraggono alle domande e ai complimenti del pubblico. Qualcuno dice: «Saremmo rimasti ad ascoltarti per tutta la notte»
Valeria Rubinacci