“Apollo l’obliquo, Apollo il contorto, Apollo l’arrogante, Apollo l’arciere, il Figlio della Lupa, il camminatore, Apollo il giustiziere, Apollo vendicatore del sangue, arciere della morte, Apollo l’eccessivo, Apollo il simile alla notte, Apollo l’orgoglioso, lo scuoiatore, Apollo fondatore di città, signore degli oracoli, del prima e del poi, Apollo signore della Parola, dio dei viaggiatori e dei fanciulli, signore del fuoco e delle pestilenze, Apollo incoronato di alloro, Apollo il sublime danzatore.” Il dio che siamo abituati a pensare come divinità della musica, delle arti e delle scienze, il dio Apollo che immaginiamo con la cetra tra le mani, quello stesso dio è concepito esclusivamente come “la voce oscura” dell’oracolo di Delo, è “il protagonista nascosto” secondo Andrea De Rosa nel suo adattamento di Edipo re di Sofocle in scena al Teatro Mercadante. È attorno alle profezie di Apollo che si svolge tutta la tragedia anche se nel testo originale di Sofocle il dio non compare mai. Altra particolarità di questo adattamento, che parte dalla traduzione di Fabrizio Sinisi, è l’interpretazione di Tiresia e di tutti i messaggeri affidata allo stesso attore, Roberto Latini. De Rosa sottolinea che proprio questa scelta è un modo per dare un unico aspetto a tutte le esternazioni del dio. La regia, dello stesso Andrea De Rosa, gioca con luci, trasparenze ed effetti vocali. Così, le scene di Daniele Spanò sono fatte più di fari che di arredi: suggestivo il colloquio con Tiresia circondato da luci che, nell’assunto che la conoscenza coincida con la luce, sottolineano come l’indovino sia il depositario della verità. Nella stessa scena la voce di Latini sembra meccanica, come se venisse dal di fuori, dal dio, appunto, e non dall’uomo Tiresia. Sostanzialmente credibile tutto il cast a partire da Fabio Pasquini che offre un Creonte di grande personalità; Francesca Della Monica e Francesca Cutolo efficacemente tragiche nell’interpretazione del coro; Roberto Latini presenta un Tiresia solenne e sfaccettato, come gli altri messaggeri; Marco Foschi è un Edipo che, inizialmente regale, evolve verso una figura sempre più umana e fragile. Non convince, invece, Frédérique Loliée, attrice francese che parla un discreto italiano con un forte accento straniero e che, nel ruolo di Giocasta usa raramente toni moderati, ma piuttosto urla o sussurra talmente piano da rendere incomprensibile ciò che dice.
Valeria Rubinacci