Breve ma molto piacevole “… me ne vado a fare il guru – Quasi cento anni di pensieri e canzoni di Riccardo Pazzaglia”, lo spettacolo ospitato nel Salotto Santanelli per Il Teatro cerca Casa. «Quest’anno sono stati moltissimi gli artisti che hanno fatto richiesta di essere inseriti in cartellone» - afferma la padrona di casa e curatrice della rassegna, Livia Coletta – «per cui è stato più difficile del solito scegliere tra tante proposte valide. Questo spettacolo ci ha incuriosito per l’originalità del progetto e perché è affidato a un attore e cantante di qualità, Ivano Schiavi, accompagnato dal M° Vittorio Cataldi che è stato spesso ospite, con successo, del Teatro cerca Casa.»
Il recital ha inizio con l’ottimo M° Cataldi che accenna al piano il brano che dà il titolo allo spettacolo, mentre entra in scena Ivano Schiavi sorseggiando un caffè. E proprio al caffè sono dedicati i primi interventi dell’artista che alterna la lettura di brani tratti da due libri di Riccardo Pazzaglia, Brodo primordiale e Partenopeo in esilio, ad alcune sue canzoni. A questo punto, naturalmente, la prima canzone in scaletta è la simpaticissima “‘O ccafè”. A seguire Schiavi interpreta “‘A luna ca nun dà cchiù sciure”, brano bellissimo e struggente che rende bene l’idea della vena poetica di Pazzaglia, caratteristica poco nota ai più. A seguire la piacevole “’A pizza cu ‘a pummarola” e la divertente “…me ne vado a fare il guru” di cui, da attore esperto il cantante propone la parte maschile e quella femminile. Il pubblico, conquistato, richiede non uno ma due bis che l’artista concede interpretando la spassosa scenetta del cavalluccio rosso tratta da “Così parlò Bellavista” di Luciano De Crescenzo e un fuori programma: l’Acquaiuolo di Raffaele Viviani.
I testi, curati da Antonella Morea e Andrea Jelardi, sono scelti con sapiente acume perché ben rappresentativi della creatività, della fantasia, della signorilità di un autore che ci ha fatto ridere ricorrendo a un eccezionale senso dell’umorismo e mai al turpiloquio, come purtroppo sempre più spesso avviene oggi, senza trascurare le capacità introspettive e la delicatezza sentimentale dell’autore. Ivano Schiavi esibisce con garbo e al contempo con carattere le sue doti attoriali e canore. Una signora del pubblico loda la sua eleganza gestuale e interpretativa. Vorrei aggiungere che solo con eleganza si poteva rendere giustizia a quel gentiluomo di altri tempi e geniale artista che era Riccardo Pazzaglia.
Come sempre illuminanti, a fine spettacolo, le parole di Manlio Santanelli, ideatore della rassegna - «Uno spettacolo fresco che ci ha fatto rivivere un tipo di filosofia napoletana di un tempo. Oggi i tempi si sono incupiti. Un tempo si rideva di più.»
Valeria Rubinacci