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IL PADIGLIONE ITALIA CON L'ARTE DELL'ASCOLTO ALLA BIENNALE DI VENEZIA

Data pubblicazione: 28-02-2024
 
al centro il Ministro Sangiuliano

“Il nostro ruolo rispetto alla cultura è certamente quello di contemplare e rendere presentabile il nostro grande passato, ma dobbiamo anche porci l’obiettivo di costruire il passato del futuro”. Lo ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, intervenendo alla conferenza stampa, nella sede del Ministero della Cultura a Roma, di presentazione del progetto Padiglione Italia dal titolo Due qui/To Hear per la Biennale Arte 2024 (20 aprile – 24 novembre 2024), promosso dalla direzione generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Costato 1,2 milioni di euro e curato da Luca Cerizza, il nostro Padiglione nazionale porrà con l’opera dell’artista Massimo Bartolini il tema dell’ascolto in sintonia con quello di questa Biennale - Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere, scelto dal curatore Adriano Pedrosa - proponendone un’ulteriore declinazione per la quale il non essere straniero deve iniziare con il non essere stranieri a se stessi. In questo senso, come ha spiegato Cerizza, “l’ascoltare se stessi è cruciale per comprendere la posizione dell’individuo nel mondo e nella serie di relazioni che stabilisce all’interno della società. Giocare sull’assonanza tra “Twohere” (due qui) e “To hear” (sentire/udire) suggerisce la natura relazionale del suono. Ci si incontra per ascoltarsi e per ascoltare l’altro: un essere umano, una forma naturale, una macchina. Se poi consideriamo che, per Massimo Bartolini, l’arte è un percorso di conoscenza, “prestare ascolto” diventa uno strumento per aspirare a essere forse migliori”.
Il Padiglione nazionale porrà il tema dell’ascolto di sé e dell’altro al centro della propria riflessione, accogliendo i visitatori in uno spazio ideato per conoscere e creare relazioni. Il progetto ha il suo nucleo centrale in una grande installazione sonora e ambientale dell’artista Massimo Bartolini.
“La creazione dell’artista Bartolini  dichiara il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano - forte anche dei contributi di diverse espressioni creative provenienti da molteplici discipline artistiche, costituirà un momento importante nel contesto della sessantesima Esposizione di Venezia, mettendo in dialogo forme espressive proprie della nostra identità nazionale con manifestazioni e simboli propri alle tradizioni di numerose culture, nella ricerca di una radice comune da cui tutto si genera. La pratica dell’ascolto, che contraddistinguerà l’installazione stimolerà il pubblico all’introspezione che predispone al ritrovamento di sé, presupposto ineludibile per accogliere l’altro: il giusto viatico a una Biennale che rinnoverà per Venezia il ruolo di capitale mondiale dell’arte contemporanea.” E gli fa eco Angelo Piero Cappello, Direttore Generale Creatività Contemporanea e Commissario del Padiglione Italia: “Il progetto  è  capace di sollecitare le corde più intime della nostra appartenenza identitaria attraverso elementi profondamente “nazionali”, dalla tradizione musicale italiana al giardino barocco, sia pure attraverso l’utilizzo di diversi livelli interpretativi, differenti linguaggi e contaminazioni, nonché diverse interferenze metaforiche. “Ascoltare” è proprio il filo rosso che viene teso al Padiglione Italia da Massimo Bartolini e dagli altri artisti coinvolti, accompagnando il visitatore tra le Tese delle Vergini e il Giardino, in un gioco visivo, tattile e sonoro che alterna il “perdersi” e il “ritrovarsi”, nello spazio e nel tempo. Un percorso che intreccia radici culturali antiche, comuni a più popoli e che al contempo porta a riscoprire alcune straordinarie tradizioni artistiche e artigianali del nostro Paese, parte di quell’immenso patrimonio culturale che ci contraddistingue. La Biennale non rappresenta la sola città di Venezia, ma l’Italia tutta: è occasione importante in cui esercitare una vera e propria azione di diplomazia culturale caratterizzata da quel “soft power” di cui il nostro Paese è naturalmente dotato, la bellezza della creatività italiana di ieri e di oggi.”
In Due qui /To Hear il paradigma acustico va letto, dunque, sia come esperienza fisica che come metafora e invito all’attenzione, all’apertura verso l’altro. In un percorso potenzialmente circolare, due figure fanno da ideali introduzioni agli spazi e al progetto: gli alberi del Giardino delle Vergini e un Bodhisattva Pensieroso. Incarnazioni di un principio di natura e di spiritualità, sembrano rappresentare momenti di immobilità. In verità è un’inazione solo apparente. L’albero che è connesso attraverso le radici o il Bodhisattva che sta seduto a pensare incarnano forme di relazione forse più profonde con il mondo. Intorno a loro e con loro si delineano le opere che aprono e chiudono il progetto, che ha il suo centro in una grande installazione sonora attraversabile dal pubblico. “Il Bodhisattva Pensieroso è una figura tipica dell’iconografia buddista che, una volta raggiunta l’illuminazione, vi rinuncia volontariamente per indicare la via agli altri esseri umani - spiega Massimo Bartolini - è un individuo che non agisce, ma riflette. Il suo invito a non fare niente mette in discussione il concetto di storia dalle fondamenta. L’installazione, invece, non produce architettura, ma suono: è una struttura che non occupa spazio, ma lascia passare tutti e passa attraverso tutti, generando comunità temporanee unite proprio dall’ascolto di una stessa fonte”. È alla base di questo meccanismo contemplativo che Bartolini situa il riferimento all’esempio del Bodhisattva, come forma di dissenso verso una cultura dell’agire intesa come unica prospettiva. La pratica dell’artista abbraccia, invece, una molteplicità di suggestioni, riferimenti, linguaggi: alla profonda sensibilità per la musica, il teatro e la performance, unisce la capacità di sviluppare un rapporto unico con gli spazi e la loro architettura. E nel confrontarsi con un luogo tanto connotato come quello delle Tese delle Vergini, ha voluto optare per un radicale rispetto. Infatti, gli ambienti saranno nudi, esposti nella loro seducente stratificazione storica, senza sofisticazioni, pronti ad abbracciare le presenze che risuoneranno al loro interno. Nella varietà tipica della sua ricerca, che spazia tra opere scultoree, installative, sonore e performative, Bartolini delinea così una modalità collaborativa che vuole coinvolgere attivamente il pubblico, chiamato a muoversi, sostare e a vivere diverse esperienze in una dimensione sinestetica.
Il progetto per il Padiglione Italia è il risultato più complesso e ambizioso di questa pratica collaborativa che Bartolini definisce, con termine musicale, “jam session”. In un lungo processo di dialogo e scambio attraverso molteplici forme di ospitalità, curatore e artista definiscono una rete di relazioni e collaborazioni che danno vita a un progetto collettivo in cui sono inclusi, in diverse forme, la presenza di altri artisti di diverse discipline e provenienze geografiche. Le giovani compositrici Caterina Barbieri e Kali Malone e uno dei musicisti più importanti della musica sperimentale degli ultimi cinquant’anni, Gavin Bryars (insieme al figlio Yuri Bryars), contribuiranno alle opere sonore di Bartolini, mentre la scrittrice e illustratrice per l’infanzia Nicoletta Costa e il romanziere e poeta Tiziano Scarpa sono stati invitati a concepire nuovi testi che saranno performati all’interno dello spazio del Giardino nei giorni dell’inaugurazione e come parte del Public Program.
Roberto Cicutto, Presidente La Biennale di Venezia, ha sottolineato che un degli aspetti che avvicina il Padiglione Italia alla molteplicità di temi e ricerche della Biennale “è la presenza di diverse discipline e degli incontri multidisciplinari all’interno del Public Program curato da Luca Cerizza con la collaborazione di Gaia Martino”. Accanto alla mostra Due qui / To Hear si svilupperà infatti un Public Program di incontri, curato da Luca Cerizza in collaborazione con Gaia Martino. Ispirandosi alla nota frase Music is everywhere, if we only had ears (la musica è ovunque se solo prestassimo ascolto) del musicista, artista e teorico John Cage, il Public Program alternerà conferenze, interviste, performance musicali, letture e conversazioni, momenti laboratoriali, con ospiti nazionali e internazionali, focalizzandosi sulle molteplici declinazioni del concetto di ascolto. Gli incontri saranno organizzati negli spazi del Giardino delle Vergini intorno a quattro temi portanti – Natura/Paesaggio, Macchina, Politica dell’ascolto, Spiritualità – con l’obiettivo di dare voce alla prospettiva umana, sociale, spirituale ed ecologica che il progetto del Padiglione Italia intende suggerire. Tra i partecipanti: Elena Biserna, Nicoletta Costa, Attila Faravelli,Valentina Megaletti, Maurizio Maggiani, Enrico Malatesta, Nicola Ratti, George David Haskell, Brandon LaBelle, Diana Lola Posani, Tiziano Scarpa. Inoltre, durante il mese di maggio, un evento speciale avrà luogo nel Parco di Villa Fürstenberg a Mestre (VE). Una nuova performance sonora appositamente concepita da Massimo Bartolini (Ballad for Ten Trees) con la presenza di dieci sassofonisti.
La Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura ha contribuito alla realizzazione del Padiglione Italia con  800.000 di euro. Il Padiglione Italia è realizzato anche grazie al contributo di TOD’S, in qualità di Partner, e di Banca Ifis, in qualità di Sponsor, per complessivi 400.000 euro.                                                  
(Tiziana Conte)