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ALLA SCOPERTA DEI ROM

Data pubblicazione: 10-04-2024
 
i rom

Portici. Villa Fernades, confiscata alla camorra, è un’ottima location per promuovere eventi sociali, culturali e, perché no ludici, che coinvolgono adulti e bambini. Nella frescura dei giardini con alberi di ulivo, felci, tronchetti della felicità, chicas e camelie, l’associazione di Promozione Sociale, “Progetto Prisma” ha organizzato un evento dal titolo “Mistipè sostegno e fratellanza” contro la discriminazione verso i ROM.  Lungo tutto il perimetro esterno dell’edificio al centro del verde, cartelloni con poster dedicati a questo viaggio virtuale e fotografico che ha avvicinato i presenti alla esplorazione di questa popolazione ancora tanto sconosciuta quanto, ahimè, poco tollerata. Con i patrocini del Comune di Portici, del Consiglio regionale della Campania e dell’U.N.A.R. (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali n.d.r.), c’è stata una full immersion che spaziava dalla storia degli spostamenti dalle Indie, dove si ritrovano le prime tracce del nomadismo di questo popolo, al quale sono stati dati altri nomi come ‘gitani’ o ‘zingari’, verso l’Europa, al loro talento artistico che si esplicita nella danza e nel canto.
Purtroppo, però, i bambini mendicanti per strada hanno fatto nascere la diffidenza trasformata poi in discriminazione dei ROM, che sono visti dai più come sfruttatori del lavoro minorile e della generosità della gente, impietosita dalla dolcezza di questi piccoli divenuti, loro malgrado, fonte economica per i genitori, certo, vedere la foto di un bambino che fruga tra i rifiuti è un tuffo al cuore per tutti, anche per coloro che sono particolarmente scettici, se non addirittura ostili a questa popolazione nomade.
Se poi si pensa che anche ad Auschwitz, durante la loro deportazione, erano ghettizzati dagli altri prigionieri rinchiusi nel campo di concentramento, si arriva poi a capire quanto sia difficile farsi accettare dalla cosiddetta “società civile”.
I piccoli lustrascarpe gitani, sono tollerati meno degli sciuscià napoletani del dopoguerra, ma i loro visini esprimono la fatica, la paura, lo smarrimento ma anche la pazienza di saper aspettare un cliente che voglia usufruire del loro lavoro. Ma ecco che il fascino gitano delle chiromanti, e quello delle scatenate ballerine che con i loro passi, i loro costumi, la loro grazia, la loro sensualità incantano e suscitano pensieri passionali.
Però, c’è anche un’altra faccia della medaglia: l’esclusione di questi bambini dall’educazione scolastica! In questo influiscono fattori sia culturali che razziali. Da una parte c’è la poca volontà di far integrare questi bambini nell’ambito scolastico per dare i mezzi teorici e tecnici per il loro futuro, dall’altra un’educazione culturale poco propensa a educare i propri figli visti come risorsa economica.
Certo non parliamo di tutti i ROM, ma è questo il sentore, la voce, la nomea che hanno determinate famiglie apolidi…
Questa interessante e bell’iniziativa del Progetto Prisma, e in specie del presidente Alessandro D’Amato, ci ha, dopo tante considerazioni, lasciato un pensiero romantico: le belle canzoni di Umberto Tozzi, “Zingaro”, e di Iva Zanicchi, “Zingara”, che ci hanno affascinato per ‘i denti d’oro dell’Ungheria’ e con ‘dimmi pure che destino avrò’.

Gerardo Moretta