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KALAVRÍA SCRITTO E DIRETTO DA CRISTINA MANTI

Data pubblicazione: 18-03-2024
 
Kalavria

Il protagonista, vagando senza memoria tra le terre calabresi, si immerge in un viaggio interiore alla ricerca della sua identità. Attraverso incontri con viandanti contemporanei e figure mitologiche, scopre gradualmente le sfumature del suo passato e i riflessi del mito greco nella vita quotidiana. Guidato dalla generosità e dalla saggezza delle figure che incontra, il naufrago si riscopre non solo come individuo, ma anche come parte di una connessione più ampia con la storia e la mitologia, illuminando così il cammino verso una nuova consapevolezza di sé e del mondo che lo circonda.
Il film documentario è stato presentato in anteprima mondiale al 15° BIF&ST nella sezione ItaliaFilmFest/Doc. Una produzione Ganesh produzioni, Centro Teatrale Meridionale, Movimento Film e realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura e dalla Fondazione Calabria Film Commission tramite il bando produzioni 2022.
Note di regia
Rinforzare la presenza dell’invisibile equiparandola alla realtà che accade sotto gli occhi, è la chiave narrativa principale del racconto. Il protagonista, un naufrago che si sveglia sulle coste della suggestiva Calabria, intraprende il suo ultimo viaggio, seguendo un percorso di riappropriazione di se stesso. Partendo da un indizio storico, ho spostato il focus del documentario con l'obiettivo di modificare la narrazione legata a questo estremo sud della penisola: il percorso del protagonista naufrago Ivan Franek, che da sopravvissuto si avvia ad una rinascita, verso una nuova consapevolezza. Kalavría non è solo una terra specifica, ma un luogo in cui l'anima trova nutrimento. Il nostro Ulisse naufrago avanza come un superstite, poco ascolta, ma molto sente. Talvolta regala perle di frasi dette a stento, pronunciate inavvertitamente. In un mondo che sembra dirigersi verso l'autodistruzione, Kalavría diventa per lui un rifugio, in cui si aprono le porte e si svela il dono della vera accoglienza: la possibile ricostruzione di una vita. Umanità è indubbiamente una delle chiavi del film documentario, che si riverbera nei volti umani delle case Kodra di Civita e nelle rovine di Africo, nella voce celestiale del griot africano Badara Seck. Badara canta alle anime rimaste nel paese abbandonato, ringraziandole per essere le custodi mai stanche del luogo e, in generale, delle anime perse ovunque. Ci trasporta ad un livello di intensità spirituale che conferma uno dei messaggi centrali del documentario: in un mondo alla deriva, solo l'umano può salvare l'umano, e la preghiera assume qualsiasi forma. Ulisse, nel suo onirico viaggio in Kalavría, si ritrova immerso in una natura incontaminata che favorisce il suo contatto con la mitologia. Circe, vivida e graffiante (interpretata da Agnese Ricchi), si stringe a Ulisse in una scena intensa, girata nella Torre di Fiuzzi a Praia a Mare. Anche la storia della Magna Grecia fa capolino dalle rovine di Sibari e di Locri, in cui due strani personaggi al cospetto di Ulisse con un divertente fiore in bocca, si contendono la paternità della nascita della celebre colonia. Si tratta del musicista greco Alexandros Hahalis e del sublime Pitagora (Domenico Pantano), che si ostina a ribadire come i greci, giungendo in Kalavría, abbiano trovato terreno fertile per la nascita di Sibari e delle altre Colonie e affermando che per questo in qualche modo la Magna Grecia superò persino la madre patria. Le tracce di quell’epoca ci sono ancora anche nella lingua grecanica che si parla in alcuni paesi dell’Aspromonte. In questi tempi di guerre, genocidi impuniti, in cui siamo tutti smarriti, ho inteso filmare la condizione di un naufrago e del suo riscatto senza sangue, possibile in un sud in cui esiste ancora qualche forma di salvezza. Ho cercato di far vivere allo spettatore questo percorso di riconnessione come un viaggio esperienziale possibile. (Fonte comunicato stampa)



Aurelio Badolati