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LA POESIA E IL DOLORE IN PA' CON LUIGI LO CASCIO

Data pubblicazione: 15-02-2024
 

Una bella prova d’attore, quella di Luigi Lo Cascio, che ancora una volta, sulle tavole del palcoscenico del teatro Mercadante di Napoli, si conferma un autentico mattatore e con Pa’, una produzione del Teatro Stabile del Veneto-Teatro Nazionale, scritta a quattro mani da lui e da Marco Tullio Giordana, che ne cura anche la regia, da testi di Pier Paolo Pasolini, grande poeta, letterato e regista italiano, dà il meglio di se stesso confermandosi un gigante e un punto di riferimento per il teatro italiano.. Uno spettacolo bellissimo, di altissimo livello, per un attore straordinario, che diventa un tutt’uno con il palco, il testo e si immedesima nel personaggio a tal punto da stupire il pubblico. Lo Cascio, in maniera misurata e perfetta, ci presenta un Pasolini quasi inedito, sconosciuto pescando nella produzione non usuale dello scrittore, un’interpretazione intensa, sofferta, intimista, tra ricordi, emozioni, gioie, dolori, malinconie, venata da un profondo sentimento di amore e odio per la sua Roma. Luigi/Pier Paolo entra dalla platea e lentamente si avvia alla sua scrivania posta sul palco, mentre il sipario si apre su un prato verde in declivio. Da qui inizia il racconto, un’immersione nella vita personale di Pasolini tra le sue vicende familiari, l’adolescenza in Friuli, la popolarità, il suo amore per la mamma Susanna, il tormento ossessivo per il fratello Guido, partigiano ucciso da altri partigiani, le sue fragilità e il suo legame così particolare con i “ragazzi di vita”, dai quali fu tradito e che lo chiamavano Pa’, titolo dello spettacolo. Tutto è costruito sull’attore che ci restituisce l’immagine di un Pasolini ansioso, dubbioso nel suo chiedersi insistentemente sul senso della vita. In un’ora e dieci la poesia di Pier Paolo Pasolini ci avvolge, ci coinvolge e ci rapisce anche grazie alla sublime interpretazione di Lo Cascio che, attraverso la modulazione della sua voce, trasmette le sensazioni del grande drammaturgo romano. Molto bella la rievocazione della sua morte con la sagoma della macchina che cala dall’alto e che gli è appena passata sopra. In scena anche un giovane attore, Sebastien Halnaut, che rappresenta, molto bene e con sicurezza, i ragazzini della periferia romana. Costumi di Francesca Livia Sartori, luci e scene di Giovanni Carluccio, musiche di Andrea Rocca, aiuto regia Luca Bargagna, foto e video Serena Pea. Si ringraziano gli eredi di Pier Paolo Pasolini Maria Grazia Chiarcossi e Matteo Cerami, la casa di moda Missoni e Maurizio Donadoni. Al termine applausi e consensi per tutta la compagnia, presente sul palco anche il regista. Si replica fino al 25 febbraio.

                                                                                                                                                                                                     Antonio D'Addio