Fermare il tempo, frenare lo sfacelo del corpo e della mente: l'ossessione di Rodin coinvolge, e infine plagia, il suo modello preferito, l'ignaro soldato Neyt, chiamato a posare, nudo e soprattutto disarmato, per impersonare "Il perdente", ovvero la Francia umiliata dalla Prussia. In un torbido gioco sadomasochistico, si scolpisce per sempre - assieme a una statua di spaventosa verità, che farà scandalo - il rapporto umano, e un po' divino, tra creatore e creatura. Bruxelles, 1877. Auguste Neyt, il modello dell'opera più celebre e controversa di Auguste Rodin, rivive attraverso un monologo lancinante e scabroso di Antonio Mocciola, in cui si rincorrono le ombre di una dipendenza materiale e affettiva, che diventa abuso, deriva, ipnosi, droga, dolore, buio e infine rigenerazione. Giordano Bassetti da' voce al modello di Rodin, scendendo negli inferi della psiche, senza risparmiare nulla né a sé stesso, né allo spettatore.
Scritto e diretto da Antonio Mocciola
Con Giordano Bassetti
aiuto-regia Barbara Lafratta
foto Luca Petrucci
vm 18
De Poche a via Salvatore Tommasi 15/16 Napoli