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Teatro Oscar deSidera: "Matteotti Medley"

Data pubblicazione: 13-03-2024
 
Un'immagine dello spettacolo

Nel centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti, l’attore e autore Maurizio Donadoni riporta in scena il suo “Matteotti Medley”, un documentario teatrale in ricordo del deputato socialista rapito e ucciso dai fascisti il 10 giugno del 1924.
Cinque capitoli di un viaggio a ritroso nella vicenda storica, politica e umana del parlamentare socialista, che aprono nel contempo uno squarcio sull’Italia dell’epoca. Oggi una via, un corso, una piazza Giacomo Matteotti esistono in molte città d’ Italia. E se qualcuno vuole sapere come ci si arriva rispondiamo con facilità. Se però ci viene chiesto a bruciapelo chi era Giacomo Matteotti, pochi di noi saprebbero andare oltre un generico: “deputato socialista rapito e ucciso dai fascisti".
Che si sappia così poco della storia di questo “inutile eroe”, grazie al cui sacrificio, e a quello di tanti altri, oggi viviamo in libertà, è un peccato. Il suo rapimento ed assassinio fu uno snodo fondamentale nell’affermazione del regime totalitario in Italia.
Ma anche la vicenda umana di Matteotti, che con quella politica si intreccia inestricabile, è davvero interessante. A partire dal rapporto intenso e passionale con la moglie Velia; alle ore passate in casa ,in via Pisanelli 40, a giocare carponi sul pavimento, pazzo di gioia con Giancarlo, Matteo ed Isabella, i tre amatissimi figli; a quelle passate a spulciare bilanci dello Stato nella biblioteca parlamentare; alle incomprensioni con alcuni compagni di partito a causa del suo status di ricco borghese (social milionario lo definiva Mussolini); all’attività sempre instancabile a favore dei contadini del natio Polesine; agli scontri, verbali e fisici, dentro e fuori la camera dei deputati con i fascisti; all’attaccamento per i due fratelli morti prematuramente, Silvio e Matteo, con cui giocava, a Fratta Polesine, nella bottega di “ferramenta e articoli vari”  di mamma Elisabetta e papà Gerolamo.
Matteotti Medley ripercorre questa storia emblematica – epitome di italici vizi e italiche virtù – alternando il racconto dei nudi e (talvolta) crudissimi fatti con icastiche citazioni da musiche popolari dell’epoca: dalle marcette squadriste, agli stornelli contro il Negus, dalle musiche da ballo alle canzoni d’amore diffuse dalla radio (che nell’ottobre del ‘24 cominciava le sue trasmissioni); agli esperimenti di quella musica colta d’avanguardia che, proprio nei primi del ‘900, era in cerca, con scandalo dei benpensanti, d’inaudite sonorità.