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Pinter Party al Teatro San Ferdinando

Data pubblicazione: 10-04-2024
 
Musella foto Spada

La presentazione di Pinter Party al Teatro San Ferdinando si è aperta con l’intervento da remoto di Roberto Andò, direttore artistico del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale, che ha espresso quanto tenga a questo spettacolo per i temi trattati, per la sua personale conoscenza dell’autore e per la scelta di Lino Musella quale interprete e regista acuto e sensibile come l’indimenticabile “Tavola Tavola, Chiodo Chiodo” ha recentemente confermato. Introdotto dal Direttore Operativo, Mimmo Basso, che ha sottolineato la qualità artistica e umana di Lino Musella e del gruppo che lo affiancherà in questo spettacolo, il protagonista ha esordito affermando “Siamo molto curiosi ed emozionati di incontrare il pubblico. La condivisione di un progetto è già un modo di rapportarsi a un pubblico, anche se un pubblico interiore cosicché da subito la condivisione del materiale da mettere in scena ha visto protagonisti tutti i partecipanti”. E ha continuato affermando tutta la sua ammirazione per Pinter che ritiene, con Eduardo e Shakespeare, uno dei suoi tre maestri.
La pièce compone in un’unica partitura tre testi del grande drammaturgo, regista, scrittore e attore britannico Harold Pinter scomparso nel 2008, ovvero Il bicchiere della staffa del 1984, Il linguaggio della montagna del 1988 e Party Time del 1991, intervallati da brani tratti dal discorso dell’autore alla cerimonia del Premio Nobel per la Letteratura assegnatogli nel 2005. Lo spettacolo è interpretato dallo stesso Lino Musella e da Paolo Mazzarelli, Betti Pedrazzi, Totò Onnis, Eva Cambiale, Gennaro Di Biase, Dario Iubatti, Ivana Maione, Dalal Suleiman e, in video, Matteo Bugno. Le scene sono di Paola Castrignanò, i costumi di Aurora Damanti, le musiche originali e il disegno sonoro di Luca Canciello, il disegno luci di Pietro Sperduti, i video di Matteo Delbò, la coreografia di Nyko Piscopo.
Lino Musella ha aggiunto “Ho sempre avuto un’ossessione per questi tre brevi atti unici. Già verso i 30 anni avevo pensato di accorparli. Li ho visti nel tempo come la contrapposizione tra oppressori e oppressi. Durante le prove questa contrapposizione si è ulteriormente semplificata diventando la contrapposizione tra l’umano e il disumano.”
Lo spettacolo andrà in scena da giovedì 11 a domenica 21

Valeria Rubinacci