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SAN FERDINANDO: CINEMAMUTO

Data pubblicazione: 06-05-2024
 

Dallo schermo al teatro. E’ uscito nelle sale il 22 febbraio scorso il film Le seduzioni di Vito Zagarrio, interpretato, tra gli altri, da Iaia Forte e Andrea Renzi, che ora ritroviamo di nuovo insieme, ma a teatro, protagonisti dello spettacolo Cinemamuto nei ruoli di Elvira (Notari) e di Leone (il Censore), scritto da Roberto Scarpetti con la regia di Gianfranco Pannone su produzione del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale. Ultimo spettacolo della Stagione della Sala di Piazza Eduardo De Filippo 20, Cinemamuto debutterà in prima nazionale giovedì 9 maggio alle 21.00, con repliche fino a domenica 19. Gianfranco Pannone – napoletano, anche insegnante di Regia al Master di Cinema e Televisione all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli – firma questo spettacolo su Elvira Notari “produttrice insieme al marito Nicola per la Dora Film, attrice, sceneggiatrice e soprattutto regista”, dopo aver realizzato il film documentario “Via Argine 310” dedicato alla vicenda degli operai della Whirlpool di Napoli, Premio speciale “Cinema & lavoro” ai Nastri d’Argento 2023. Un linguaggio, quello del cinema, presente drammaturgicamente nello spettacolo attraverso una ricca selezione di clip tratte dai film di Elvira Notari.   Le scene sono di Luigi Ferrigno e Sara Palmieri; i costumi di Grazia Colombini; il disegno luci di Carmine Pierri; le musiche di Giovanna Famulari; il montaggio video di Erika Manoni; i video di Alessandro Papa; le musiche di Giovanna Famulari.
Lo spettacolo
«Negli anni dieci e venti del Novecento – scrive nelle note il regista Gianfranco Pannone – Napoli è tra le città del cinema con una più cospicua produzione di film e la conseguente presenza di diversi teatri di posa. Tra le figure del panorama cinematografico partenopeo una spicca su tutte: Elvira Notari, produttrice insieme al marito Nicola per la Dora Film, attrice, sceneggiatrice e soprattutto regista, la prima donna in Italia, autrice di melodrammi, e anche documentari, dall’impatto fortemente visivo, rivolti soprattutto agli emigranti meridionali d’oltreoceano». «Siamo – continua il regista - alla fine degli anni venti, il cinema sta cambiando con l’avvento del sonoro, ma soprattutto in Italia si è imposto il fascismo, qualcosa di ben lontano dall’anarchica e creativa vitalità dei napoletani. Anche Elvira, trapiantata in città dalla vicina Cava dei Tirreni, è costretta a intraprendere la sua battaglia: i film che dirige, spesso ambientati nei bassifondi del “ventre di Napoli”, non piacciono al giovane ma sempre più invasivo regime dittatoriale, specialmente perché all’estero godono di gran successo. Insomma, nell’Italia che si dice nuova i panni sporchi si lavano in casa e Leone, il censore di turno, rimbrotta, consiglia ma soprattutto ordina a Elvira e alla sua Dora Film di tagliare, ammorbidire, cambiare le sceneggiature dal forte impatto realistico e per questo considerate poco gradite al credo fascista. Spinta dalla propria energia e intelligenza – sottolinea Pannone – Elvira, che paga anche il suo essere donna, non intende accettare i consigli e i ricatti dell’uomo, che, pur camuffati di blanda benevolenza, si fanno sempre più frequenti. Intraprende così con il suo censore un duello che porterà a svelare segreti inconfessabili di quell’uomo che la tartassa con le più incredibili e spesso risibili richieste. Ma il mondo, nel bene e nel male, sta prendendo strade nuove e per Elvira si prospettano tempi difficili. Una città “porosa” e spiazzante come Napoli, la donna-pioniera del cinema muto, creativa e coraggiosa, e un’attrice tra le più talentuose e originali nel panorama teatrale e cinematografico italiano, compongono una triade tutta al femminile, scaturita dalla penna sapiente e sensibile di Roberto Scarpetti, che porterò finalmente in scena forte anche del mio sguardo documentario. Ma Cinemamuto vuol essere pure una riflessione sulla libertà di espressione. Il fascismo di fatto interruppe la carriera artistica e imprenditoriale di Elvira, colpevole di essere, oltre che persona libera da legacci ideologici, una donna in un mondo di uomini. Quel che accadde poco meno di un secolo fa può essere un monito anche per i nostri controversi giorni».
Elvira Notari è la prima regista cinematografica italiana, campana; fonda insieme al marito Nicola una casa di produzione: la Dora Film. Durante il regime fascista, Elvira scopre l’amarezza della censura cui vengono sottoposte le sue opere: si comincia con la traduzione in lingua delle didascalie in napoletano e si arriva ai tagli di intere scene e al cambio dei titoli, ritenuti non in linea con i principi promulgati dal partito. Attraverso i colloqui con il sottosegretario del ministero, Leone, Notari giunge a percepire anche quanto risulti inappropriata la sua stessa professione di autrice e regista, in quanto donna, che poco si confà all’immagine della donna protettrice del focolare domestico. Elvira, sdegnata, interroga Leone ogni volta che è costretta a modificare le proprie pellicole circa consapevolezza personale dell’uomo su quanto sta accadendo intorno a loro. Il funzionario si dice essere esecutore di direttive, stabilite in vista di un futuro migliore.
Con l’autore, interverranno il regista Gianfranco Pannone, gli attori Iaia Forte e Andrea Renzi.

I frammenti dei film di Elvira Notari sono stati forniti dalla
Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale
una produzione
Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
durata spettacolo: 1h
info: www. teatrodinapoli.it
Biglietteria: tel. 081.5513396 | e-mai: biglietteria@ teatrodinapoli.it